La cavalcata dei 12 Mesi |
CENNI STORICI Dal latino <<caledarium>>, propriamente con il significato di libro dei <<crediti>> i cui interessi scadevano il primo di ogni mese (<<calende>>). L’anno è l’intervallo base temporale del raggruppamento organico di lunghi intervalli di tempo (determinati attraverso l’osservazione dei fenomeni astronomici) che prendono il nome di <<calendario>>. L’anno era in passato, ed è ora, diviso in frazioni temporali, costituenti 1/12 circa, dette mesi. Secondo una malcerta tradizione il <<calendario primitivo>> di Roma detto calendario <<romulea>> (da Romolo I re di Roma), aveva l’anno di 304 giorni divisi in 10 mesi, con inizio a marzo. 1 - MARTIUS Questa suddivisione dell’anno di 304 giorni, in 10 mesi, con inizio a marzo, in seguito a una prima riforma nell’anno 303 “ab Urbe condita” (450 a.C.), diventò di dodici mesi perchè vennero aggiunti i mesi di gennaio e di febbraio, dopo il mese di dicembre, rispettivamente di 29 e 28 giorni. Tale riforma prevedeva la composizione dell’anno solare in 361 giorni divisi in dodici mesi: Questa riforma, che prevedeva persino l’uso di un mese aggiuntivo di 27 giorni (mese mercedonio) quando febbraio ne aveva 23 ad anni alterni, duro fino al 707 “ab urbe condita” (46 a.C.). In questo anno, infatti Giulio Cesare, onde porre termine alle pur dovute modifiche apportate dai “pontifices”, promulgò la riforma preparata dall’astronomo greco-alessandrino Sosigene e il <<Calendarium>> assunse perciò che riguarda i <<mesi>>, l’ordine che segue le relative dediche e significati: I. IANUARIUS I- da Ianua = porta (dell’anno? Inizio?) – mese sacro della divinità italica giano, alla quale erano consacrati tutti gli inizi in genere: del giorno, dell’anno, di opere, di guerre (il suo tempio, a Roma, era munito di due porte (fine e inizio dell’anno?), chiuse in tempo di pace e aperte in tempo di guerra. II- da febbrualis = la purificatrice (epiteto della dea Giunone). Dedicata infatti a Giunone, era il mese della purificazione, dell’ espiazione perché nella seconda metà di esso di faceva la purificazione dei vivi e l’espiazione dei defunti alla fine di ogni anno. Ciò perché fino al 450 a.C. (fine del periodo dei “decemviri”) febbraio era considerato l’ultimo mese dell’anno. III- da MARS – TIS, uno dei <<di consentes>> (gli dei consiglieri delle dodici divinità maggiori, che costituivano il supremo consiglio nell’Olimpo: Iuppiter, Iuno, Vesta, Ceres, Diana, Minerva, Venus, Mars, Mercurius, Neptunus, Vulcanus, Apollo) che governavano gli elementi ed il corso delle stagioni; quindi, secondo la divisione di Romolo (figlio di Marte), l’antico anno romano cominciava col mese di marte. Marzo, appunto. IV- da APERIRE, aprire, schiudere (cominciare) l’anno, poiché con l’entrar del Sole nel <<TORO>> cominciava per l’agricoltore il nuovo anno. Secondo altri da <<apricitas>> (temperatura mite, clima dolce). V- da MAIA, antica divinità italica, identificata per la più antica divinità greca MAIA, una delle Pleiadi, madre di Ermete e figlia di Atlante e Pleione. VI- da IUNIUS (forse?), nome di una importante “gens” romana della quale facevano parte un Lucius Iunius Brutus (che scacciò i re da Roma) e i due M. e D. Iunius da <<Iuno – anis>> Giunone (la dea figlia di Saturno e sorella e moglie di Giove) che, secondo l’interpretazione naturalistica delle deità romane, era considerata anche come dea regina dell’aria, del cielo, delle stelle, alla quale le donne sacrificavano nel giorno natalizio (compleanno). VII- da IULIUS, nome patronimico della “gens” di Cesare Augusto ucciso da Bruto nelle idi di marzo dell’anno 44 a.C. VIII- da AUGUSTUS, imperatore dei Romani. IX- da SEPTEM aggettivo numerale cardinale; per indicare il settimo mese dell’anno romano, poi diventato il nono. X- da OCTO*, aggettivo numerale cardinale; per indicare l’ottavo mese dell’anno romano poi diventato il decimo. XI- da NOVEMB*, aggettivo numerale cardinale; per indicare il nono mese dell’anno romano poi diventato l’undicesimo come per noi. XII- da DECEM*, aggettivo numerale cardinale; per indicare il decimo mese dell’anno romano, poi diventato il dodicesimo. In questo mese si festeggiavano i << Saturnali >> spettacoli licenziosi e scurrili. Nei calendari erano elencati, inoltre, mese per mese, tutti i giorni con le varie indicazioni e ricorrenze: a) Le lettere “nundinali” (da A ad H, per segnare i giorni del mercato, che avveniva ogni 7 giorni); IL CALENDARIO Calendae = il 1° giorno del mese Nonae = il quinto giorno di tutti i mesi tranne Marzo, Maggio, Luglio, ottobre in cui è il settimo perché erano sempre il nono giorno prima delle idi, comprese queste. Idus = il 15 nei mesi di Marzo, Maggio, Luglio, Ottobre. Il 13 nei mesi di Gennaio, Febbraio, Aprile, Giugno, Agosto, Settembre, Novembre, Dicembre. I riferimenti religiosi e mitologici nei <<mesi>>, che formavano l’anno romano, erano frammisti ai riferimenti meteorologici e climatici, fisici e naturalistici, che portavano il popolo a “personificare” e identificare i mesi dell’anno con muse, dei, ninfe o numi protettori o tutelari di fenomeni atmosferici, prodotti nei campi, aspetti di vita quotidiana o momenti sociali (sorgere e calare del sole, pioggia, semina, raccolti, cicli di vita vegetali (fioritura, maturazione, potatura, vendemmia) matrimoni, culto dei morti, glorificazioni, gratulazioni e dediche, nonché ricorrenze tradizionali. Nonché divinazione magia e superstizione in genere. Col passare del tempo ognuno dei 12 mesi assunse sempre di più connotazioni e caratteri di <<umanità>> mentre che via via perdeva il carattere di (spiritualità) religiosità. Questo processo di <<umanizzazione>> del profilo della religiosità dei mesi romano – pagani, portò il popolo contadino a identificare i <<mesi>> con i prodotti dell’agricoltura con le varie fasi di coltivazione e degli strumenti connessi e necessari al lavoro nei campi. Anche a Macerata Campania, su questo tipo di tessuto socio – culturale e demopsicologico, si innesta l’esigenza da parte delle masse (popolo contadino e artigiano) di dare un profilo scenico all’idea della rappresentatività del loro <<stile>> di vita. Si crearono dei personaggi, che, al di là dei costumi, diversi in epoche diverse, potessero dar luogo a delle rappresentazioni con “caratteri” fissi e reiterabili nel tempo. Ciò anche per soddisfare l’inconscia esigenza psicologica collettiva dell’attesa, dell’ansia, della partecipazione, dell’azione, corale ad un evento “scenico” che è di tutti e per tutti: ricorrente nel tempo e sempre lo stesso nella rappresentazione della sua teatralità. Con lo scorrere dei secoli la reiterazione fissa divenne ricorrenza , i costumi divennero <<scena>> e la teatralità diventò folklore. Tra le diverse rappresentazioni della vita sociale, popolare e contadina, che acquisiscono il carattere specifico di <<allegoria folclorica>> spicca, a Macerata Campania, quella della <<Cavalcata dei Mesi>>, nata dall’esigenza di una <<personificazione>> allegorica dei periodi cronologici corrispondenti ai mesi dell’anno. Molto evidenti, alla letteratura dei testi delle filastrocche identificative dei <<mesi>>, il simbolico contenuto georgico del ciclo annuale, che in questa rappresentazione folcloristica inconsciamente si celebra. Lo spettacolo, offerto dalla <<Cavalcata dei Mesi>> nelle piazze di Macerata Campania e nei comuni viciniori, si svolge secondo un certo ritmo e una sequenza di cui sono protagonisti i <<12 Mesi>> e due personaggi secondari (non certo per esigua notorietà!): Capodanno/Capitano e Pulcinella. Meno quest’ultimo, che è sempre a piedi, tutti gli altri erano a cavallo (di pacifici ronzini o di asinelli ); fino al 1960. Dopo questa data la rappresentazione della <<Cavalcata dei 12 Mesi>> fu interrotta e i Maceratesi persero un importante tassello del panorama poliedrico del loro folclore. Ma, dopo un ventennio, la tradizione della rappresentazione folcloristica riprese per interessamento, disponibilità e impegno di alcuni maceratesi nell’anno 1980-81. Quella dell’annata 1980-81 fu l’ultima rappresentazione dei 12 mesi fatta con i cavalli. Da quella data si deve, quindi parlare, non più di <<Cavalcata dei 12 Mesi>>, ma di rappresentazione dei <<12 mesi>>, che si sposta a piedi nelle piazze e crocicchi di Macerata, sempre identica a se stessa: tradizionale e folcloristica. Giunta sul luogo della rappresentazione, la compagnia si dispone in circolo e lo spettacolo ha inizio con la presentazione e l’esibizione dei mesi. Inizia il <<Capodanno/Capitano>> e, a seguire, i 12 mesi che “cantano” le filastrocche dei mesi sullo stesso ritmo (lento) e motivo. Diverse settimane prima della data, programmata anno per anno, il responsabile del gruppo convoca gli interpreti dei <<12 Mesi>> per stabilire il calendario degli incontri preparatori durante i quali vengono individuati i responsabili dei vari settori attinenti la manifestazione: il settore burocratico – organizzativo, il settore dei costumi e testi, il settore della regia, il settore economico, ecc. Dopo aver calendarizzato le prove della manifestazione, gli attori ne iniziano il ciclo con grandissimo impegno, fino alla vigilia della rappresentazione durante la quale tutti sono presi dalla <<frenesia>> dell’ultimo minuto... ed è un rincorrersi, osservarsi, chiedersi: <<Va bene il costume?>>, <<Ho dato il tono giusto?>>, <<Hai cucito quel lembo?>>, <<Hai parlato con i vigili urbani?>> <<Alza di più il tono di voce domani!>>. Poi tutto tace. La tensione psicologica si allenta. Una <<salutare>> sensazione di spossatezza, prende tutti e i volti si rasserenano! I sorrisi prendono il posto del cruccio sui volti di attori e sostenitori. Tutto ciò è sentimento. Il sentimento del folklore maceratese. Svolgimento della manifestazione de “ I dodici mesi” Tra le rappresentazioni popolari che negli ultimi giorni di Carnevale10 allietano i Maceratesi quello dei <<Mesi>> costituisce il classico spettacolo “ambulante". Oggi la mobilità della rappresentazione è riferita e riferibile alle varie ripetizioni dello spettacolo che la “compagnia” fa nelle principali piazze delle frazioni e dei rioni di Macerata Campania. In epoche più antiche, invece, la mobilità era riferita ai trasferimenti che la compagnia degli artisti (non locali) faceva per raggiungere le piazze dei vari paesi. Giunta sul luogo previsto e dopo la preparazione della scena che consisteva nel formare un circolo, dava inizio allo spettacolo. [10] Carnevale – da “Carmen levare – Eliminare la carne CAPITANO Dopo il preambolo introduttivo del <<Capitano>> (Capodanno!) è la volta dei Mesi, i quali, a turno, nel modo più plateale che sia poro possibile (in senso tradizionale e comico!), tra le approvazioni ed i commenti del pubblico che si assiepa dintorno, cantano a voce stesa la propria <<canzone>>: con timbro e tono diverso ma sempre con lo stesso motivo. Durante il canto essi tengono in mano una miniatura dell’attrezzo agricolo o strumento artigianale (prodotto agricolo o manufatto artigianale) che rappresentano i diversi tipi di lavoro caratteristici del “Mese”. GENNAIO CANTO: Formula di passaggio: “ Mo me ne vaco cuntient e felice... jesce febbraie e vire che te rice?! A questo punto, facendo un mezzo inchino alla folla plaudente alza la mano che regge lo strumento identificativo del mese di gennaio, (---------------) la rivolge verso il mese di febbraio e rientra nel cerchio dei Mesi. Gennaio FEBBRAIO CANTO: Formula di passaggio:” mo me ne vaco cuntient e felic Rientra nel cerchio dei Mesi con la stessa gestualità scenica di Gennaio. FEBBRAIO Adesso me ne vado contento e felice e poi viene Marzo.... e vedi che ti dice! MARZO CANTO: Formula di passaggio: “mo me ne vaco cuntient e felic e jesce aprile, mia sorella, e verite che ve dice.” Esce di scena come gli altri mesi. MARZO [11] Faccio bel tempo APRILE CANTO: Formula di passaggio:” mo me ne vaco cuntient e felic e jesce maggio e vire che te rice! Rientra come gli altri mesi. APRILE Adesso me ne vado contenta e felice ed esce maggio e vedi che ti dice! MAGGIO CANTO: Formula di passaggio: “mo me ne vaco cuntient e felic e gghiesce giugno e vire che te rice.” Rientra come gli altri mesi. MAGGIO [13] A questo punto lancia delle manciate di confetti verso i gruppi di giovani che accettano il gesto come rito propiziatorio per un felice e tempestivo sposalizio e si lanciano a raccoglierne almeno uno. GIUGNO Porta la falce messoria (sarrecchia) un cucchiaio di legno (cucchiara), una pentola di argilla (pignat) verdura (menesta). CANTO: Formula di passaggio:” mo me ne vaco cuntient e felic e jesce luglio e sient’ le che dice” Rientra come gli altri mesi. GIUGNO [14] Mietere - mietitura LUGLIO CANTO: Formula di passaggio: “mo me ne vac cuntient e felic e jesce agosto e sient’ le che dice” Rientra come gli altri mesi. LUGLIO [18] Il canto tradizionale del carreggiatore (‘u carrettiero) AGOSTO CANTO: Formula di passaggio: “mo me ne vac cuntient e felic; jesce settemre e vir che te rice.” Rientra come gli altri mesi AGOSTO [20] Da “morra” (gregge) quindi un grosso svenimento grosso quanto un grande greggio di pecore SETTEMBRE CANTO: Formula di passaggio: “mo me ne vac cuntient e felic. Esce ottobre e sient che t ric.” Rientra come gli altri mesi SETTEMBRE [22] Moscia: dal greco mòschos (mole – tenero) OTTOBRE CANTO: Formula di passaggio: “mo me ne vac cuntient e felic. Rientra come gli altri mesi. OTTOBRE NOVEMBRE CANTO: Formula di passaggio: “ mo me ne vac cuntient e felic. Rientra come gli altri mesi. NOVEMBRE DICEMBRE CANTO: Formula di passaggio: “mo che facc na vita felice, esce u Capitano(Capodanno) e salutm chisti amici! Rientra come gli altri mesi. DICEMBRE [25] Tardisco vino ricavato da uve tardive o da racimoli IL CAPITANO – CAPODANNO CANTO: “carissimi signuri che dono possa farvi a tutti quanti ù ciel è grand e à terr cunsum chist’ann ce sarà rrobba abbundant . . . ric che chi s spos fa a vita felice . . . nun’ è overo ! A vita felic s fa sul p nove mise , specialmente si truove nà mugliera leccaressa e sfaticata e nù povero marit cu i scarp attacate cù ffierr filat Di seguito riportiamo alcune immagini , riferite alla “cavalcata dei dodici Mesi” , gentilmente forniteci dai fratelli Sbarra , Antonio Piccerillo , Giovanni Manniello ed Alberto Della Gatta, il quale, da noi richiesto, per la sua notoria disponibilità , specie se in relazione a problemi culturali e di folklore, ci ha rimesso una nota esplicativa sulle attività del Gruppo Folk Casalba. Alla stessa nota esplicativa ha allegato alcune immagini che riprendono scene anche della “Zeza” e del “Laccio dell’amore”.
DESCRIZIONE (da sinistra) Serie fotografica26 riferita a Macerata e all’anno 1981, ultimo anno della “Cavalcata dei 12 Mesi”.
GRUPPO FOLK CASALBA 1) Carro preparato per il trasporto dei danzatori
I DODICI MESI CASALBA 12 MESI 2004-05 VOLANTE (Alberto DELLA GATTA), CAPITANO (Franco DI MAURO), GENNAIO (Luigi DELLA GATTA), FEBBRAIO (Giuseppe TROTTA), MARZO (Marco VISCOSI), APRILE (Agostino BARRIELLI), MAGGIO (Luigi BUONFIGLIO), GIUGNO (Francesco GAUDIANO), LUGLIO (Andrea OLIVA), AGOSTO (Antonio TROTTA), SETTEMBRE (Giuseppe DELLA GATTA) OTTOBRE (Angelo TROTTA), NOVEMBRE (Luigi VENTRIGLIA), DICEMBRE (Giovanni DELLA GATTA).
Bibliografia per i dodici mesi Borrelli Nicola Ferruccio Badellino Oreste Borrelli Nicola Borrelli Nicola Pezone F. |