CARNEVALE 1869 - 2009 Stampa E-mail

Alla ricerca di notizie di cronaca maceratese nella stampa del secolo scorso ci siamo imbattuti in un articolo d’appendice al CORRIERE CAMPANO del venerdì 22 gennaio 1869 (140 anni fa!) a firma dello pseudonimo Chicchirichì, che trattava del CARNEVALE.

Noi, un po' per gettare un ulteriore piccolo raggio di luce su un argomento da secoli trito e ritrito e un po' perchè lo abbiamo ritenuto (l’articolo) quanto mai interessante e piacevole a leggersi per i riferimenti contenutistici, ve lo proponiamo così per distrarvi un tantino e poi per richiamarvi alla memoria brani di storia antica e mitologica, sacra e profana.

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CARNEVALE è nato in Egitto.

Esso si celebrava all’equinozio d’autunno, per la festa del bue API.

Quasi tutte le feste dell’antichità hanno un’origine religiosa. Anche il CARNEVALE nacque sacro, ed i sacerdoti disimpegnavano allora presso a poco le stesse funzioni che oggi ricoprono le Società per le feste carnevalesche... cioè incassavano i quattrini e stendevano il programma dei trattenimenti e delle baldorie.

Allora quei festaiuoli facean cercare, come adesso si fa a Parigi, il bue più grasso e più grosso. Una volta trovato il bue, lo facevano andare sino ad Alessandria (così è riportato nel Gazzettino Universale di Firenze!, ndr).

Alcuni giorni prima della grande festa gli doravano le corna e gli dipingevano il corpo di geroglifici. Poi, con un fanciullo sul dorso, lo si facea passeggiare per sette volte intorno alla città. Il settimo giorno, il bravo e grasso bue veniva fatto annegare nel Nilo.

Allora le belle ragazze che erano state elette all’ambita carica di cameriere/sacerdotesse, si rivestivano degli abiti normali, la popolazione smetteva le mascherate e tutto tornava nell’ordine consueto.

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Venne il giorno in cui il popolo cessò di credere ai misteri di Iside ed Osiride ed allora si diede ai BACCANALI.

Il CARNEVALE si fece allora greco e romano.

Il bue persisteva sempre a figurare nelle cerimonie, ma Bacco era il solo Dio adorato.

Ognuno sa come esso venisse raffigurato con la chioma coronata d’ellera (edera?, ndr), di Pampini e di grappoli d’uva, colla faccia tinta di mosto ed a cavallo d’un asino, accompagnato da Sileno... il PULCINELLA dei Greci!

Durante la celebrazione di tali feste – dice E. Bareste, che le ha descritte minutamente - i poeti si disputavano i premi della poesia, udivansi in scelti comitati le produzioni drammatiche, che, di poi, dovevano essere rappresentate pubblicamente, e vi erano autori che scrivevano produzioni appositamente pei BACCANALI, come vi sono oggi quelli che scrivono per il CARNEVALE filastrocche, motteggi e costumi napoletani musicati e portati nelle piazze e nelle strade come da tradizione.

Gli spettacoli drammatici d’allora prendevano specialmente argomento dai misteri di BACCO, ucciso dai TITANI, sceso all’inferno e poi resuscitato.

Le tradizioni egiziane vennero così scrupolosamente seguite dai Greci, che a Scio ed a Tenedos la morte di Bacco era rappresentata dal sacrificio simulato di un uomo travestito, appunto come si faceva in Egitto, ove scorgevasi OSIRIDE ucciso da TIFONE.

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I BACCANALI furono celebrati durante parecchi secoli, ma il SENATO romano li soppresse 186 anni prima della venuta di GESU’ CRISTO, e per non lasciare il popolo privo di divertimenti, venne immaginato un Carnevale nuovo.

Allo scopo di rallegrare i giorni più tristi dell’anno, le nuove feste ebbero luogo dal 15 al 31 dicembre, e furono dette SATURNALI.

Fu adunque l’appetitoso SATURNO, l’antico patrono dei LATINI, che surrogò Bacco coi propri misteri, coi quali vollesi ispirare al popolo pensieri nobili e grandi(dal punto di vista del credo?, ndr). Durante i sette giorni del CARNEVALE romano, l’allegria era generale in tutta l’Italia. Le processioni del Bue Aèi e del Bove Lavoratore, a cui i Greci fecero omaggio, vennero conservate, ed allora comparvero in germe, fra i MIMI che formavano il corteo, il PULCINELLA e l’ARLECCHINO d’oggigiorno.

Il primo (che diceasi MCCUS, ndr) ERA MASCHERATO. Portava dei sonagli (?, ndr) agli angoli della bocca ed in testa aveva il berreto frigio.

L’altro (chiamato PLANIPEDES, cioè PIEDIPIATTI, ndr) non portava nè coturni nè calzari: Il suo vestiario componevasi di pezzi di stoffa di diverso colore, che gli stringeva la vita, dandogli molta grazia e molta leggerezza nei movimenti. Ballava quasi sempre ed affetava grande astuzia e un grande brio nei motti e nelle facezie a cui si addava al cospetto del pubblico. Al tempo dei primi imperatori romani i SATURNALI erano addivenuti feste borghesi a quanto lo sono quelle dell’odierno CARNEVALE.

Il popolo conservava i travestimenti antichi ed i nobili patrizi, per distinguersi dal volgo e dalle masse, andavano a riunirsi in balli magnifici, colla persona avvolta in un lungo abito nero, in cima al quale era un cappello, detto CUCULLUS, cucito ad un grande bavero che copriva le spalle e veniva chiamato LUCERNA.

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L’instaurazione del CRISTIANESIMO non mise subito fine alle celebrazioni dei SATURNALI antichi.

SANT’AGOSTINO, SAN CIPRIANO, SAN TOMMASO ed il Concilio di LAODICEA furono costretti a proibire i travestimenti e le processioni grottesche. Essi diedero alle maschere il nome di VOLTI DI DEMONI.

Tuttavia, verso la metà del secolo sesto, i SATURNALI ripresero voga, e ricevettero un carattere religioso mediante l’istituzione delle Feste degl’INNOCENTI, dei PAZZI e dell’ANNO. Tutti i simboli del CARNEVALE egizio, greco e romaovennero conservati nella celebrazione di queste due ultime feste.

Il bue e l’asino ricevettero una nuova santificazione dalla tradizione e vennero onorati come i simboli vivente della forza e dell’umiltà.

Nel secolo XV la SORBONA ed il CONCILIO di SENS accusarono la festa dell’ANNO e quella dei PAZZI di PAGANESIMO E DI IDOLATRIA.

Queste due feste abbandonarono la Francia nel secolo XVI e resuscitarono sotto il nome di CARNEVALE, parola a cui sono date varie significazioni. Ma che probabilmente vuol dire ADDIO ALLA CARNE, ossia come rinuncia e preparativo alla QUARESIMA, o stando alla forza del verbo VALERE, è da intendersi come periodo in cui vale la carne. Ecco fatto, in poche parole, la STORIA DEL CARNEVALE attraverso i secoli.

(... secondo il Gazzettino Universale di Firenze, ndr).

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